ieri CHIESA OGGI domani
alla riscoperta di Gesù, il Risorto,
vivo dentro la sua Chiesa
LA SACRA PAGINA
At 1,15-26
15
In quei giorni, le persone radunate erano circa centoventi. Pietro si
alzò in mezzo ai fratelli e disse: 16 «Fratelli, era necessario che si
realizzasse quello che lo Spirito Santo aveva detto nella Bibbia. Per
mezzo di Davide egli aveva parlato di Giuda, che divenne la guida di
coloro che arrestarono Gesù. 17 Giuda era uno di noi, e come noi era
stato scelto per questa missione.
18
«Con i soldi ricavati dal suo delitto, Giuda comprò un campo e vi ha
trovato la morte precipitando a capofitto: il suo corpo si è squarciato e
le sue viscere si sono sparse. 19 Il fatto è così noto a tutti gli
abitanti di Gerusalemme che quel campo, nella loro lingua, essi lo
chiamano Akeldamà, cioè campo del sangue.
20 Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi: “La sua casa diventi un deserto e nessuno più vi abiti”. Sta pure scritto: “il suo incarico lo prenda un altro”. 21-22 È necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in cielo, mentre era con noi».
23 Vennero allora presentati due uomini: un certo Giuseppe, detto Barsabba, o anche Giusto, e un certo Mattia. 24 Poi pregarono così: «O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25 Giuda ci ha lasciati ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo posto e continuare la missione di apostolo?». 26 Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.
20 Ricordate ciò che sta scritto nel libro dei Salmi: “La sua casa diventi un deserto e nessuno più vi abiti”. Sta pure scritto: “il suo incarico lo prenda un altro”. 21-22 È necessario dunque che un altro si unisca a noi per farsi testimone della risurrezione del Signore Gesù. Deve essere uno di quelli che ci hanno accompagnato mentre il Signore Gesù è vissuto con noi, da quando Giovanni predicava e battezzava fino a quando Gesù è stato portato in cielo, mentre era con noi».
23 Vennero allora presentati due uomini: un certo Giuseppe, detto Barsabba, o anche Giusto, e un certo Mattia. 24 Poi pregarono così: «O Signore, tu che conosci il cuore di tutti, facci sapere quale di questi due tu hai scelto. 25 Giuda ci ha lasciati ed è andato al suo destino. Chi di questi due dovrà prendere il suo posto e continuare la missione di apostolo?». 26 Tirarono a sorte, e la scelta cadde su Mattia, che fu aggiunto al gruppo degli undici apostoli.
ALLA SCUOLA DI LUCA
Il
commento qui di seguito ti potrà aiutare a capire la situazione e
l’ambiente in cui si svolge il fatto narrato e il perché della scelta
delle parole in esso riportate.
La
narrazione della discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente è
preceduta da un duplice racconto di Luca in cui egli presenta a Teofilo
due avvenimenti che lo hanno commosso profondamente.
Il primo avvenimento, che Pietro affronta pubblicamente, riguarda Giuda, l'apostolo traditore, sul quale c’è bisogno di gettare una luce che spieghi quell’oscuro tradimento della fede, che ha scosso in tutte le sue membra la primitiva comunità cristiana.
Il secondo avvenimento, affrontato da Pietro, che è poi anche il principale, riguarda la restaurazione dell’ordine dei Dodici distrutto dal traditore, per cui gli apostoli si assumono l’impegno di accogliere nella loro Comunità apostolica un nuovo membro. Per comprendere bene questa preoccupazione degli Undici, bisogna osservare che Gesù, eleggendo gli apostoli esattamente in numero di dodici, aveva posto il fondamento di un ordine che doveva essere mantenuto dal popolo eletto della Nuova Alleanza. La Chiesa doveva essere «edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti» (Ef 2,20), com’è dimostrato dall'Apocalisse di san Giovanni, in cui compaiono le «dodici porte» e le «dodici pietre angolari» della nuova Gerusalemme che scende dal cielo (cfr. Ap 21,12ss.). La concatenazione tra l'Antico Testamento e la Nuova Alleanza viene simboleggiata da questo numero: nel giudizio universale, i dodici apostoli siederanno su dodici troni per giudicare le dodici tribù d'Israele (cfr. Lc 22,28ss; Mt 19,26ss). Tale numero degli apostoli doveva apparire alla Chiesa primitiva come un ordinamento essenziale, per dare l'avvio ai suoi primi passi, considerata la particolare importanza di quei giorni, in cui il gruppo dei fedeli era in attesa di ricevere lo Spirito Santo.
v. 15 - Il ricordo del traditore (1, 15-20)
Il primo discorso che Pietro rivolge alla Comunità dei discepoli del Risorto, diventando così il portavoce del gruppo e capo responsabile della comunità fraterna dei centoventi, esprime la preoccupazione dell’Apostolo affinché venga ricostituito il nucleo centrale dei Dodici.
Nell'appellativo di fratelli, adoperato da Pietro secondo l'usanza ebraica, si sottintende già un senso nuovo di questa parola, la quale vuole qui significare l'unione dei fedeli in Gesù Cristo, che a sua volta usava chiamare «fratelli» i suoi discepoli (cfr. Mt 28,10). Paolo ne dà una profonda motivazione, considerando i cristiani come da Dio «predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli» (Rm 8,29). E questo è appunto il senso che dobbiamo dare alla parola, mentre già qui, fin dai primi versetti del suo libro, Luca narra che Pietro si levò «in mezzo ai fratelli».
Il primo argomento affrontato dall’assemblea riguarda il tradimento di Giuda, il cui gesto pesa dolorosamente sulla Chiesa nascente. Già i Vangeli si sono limitati con scarne parole a inserire il misfatto di Giuda nel racconto della passione e l’evangelista Giovanni è l'unico che ha cercato di dare una spiegazione psicologica di un gesto cosi inconcepibile (cfr. Gv 6,64ss; 12,4ss; 13,2.11.16ss; 18,2.5). A parte l'accenno da lui fatto nell'elenco degli apostoli (6, 16), san Luca ne parla tre volte nelle pagine del suo Vangelo (cfr. Lc 22,3ss, 21ss, 47). Ma i versetti degli Atti che stiamo commentando costituiscono già un tentativo di spiegazione dell'accaduto partendo dalla Sacra Scrittura. Nelle parole di Pietro è espressa così la risposta della Chiesa primitiva al problema che le veniva posto. Abbiamo qui un esempio del modo in cui questa medesima Chiesa cerca di chiarire e di comprendere gli avvenimenti e le esperienze che la assillano, alla luce delle parole contenute nella rivelazione dell'Antico Testamento.
Le parole di Pietro, il quale afferma che in Giuda doveva avere compimento la predizione delle Sacre Scritture, definiscono Giuda come la «guida di quelli che arrestarono Gesù». Si sente in questa frase il ricordo personale dell'apostolo e la scena della cattura di Gesù ci viene descritta nei quattro Vangeli con l'immediato riferimento alla presenza del traditore (cfr. Mc 14,43ss; Lc 22,47s; Mt 26,47ss; Gv 18,2s. 5.).
In particolare, nel racconto di Pietro appare commovente quell'aggiunta da lui fatta: «ed era del nostro numero». Ne spiega poi egli stesso il significato con parole che, pur sembrando estremamente riservate, lasciano in realtà trasparire, dal modo con cui sono espresse, un dolore assai profondo: «era uno di noi, e come noi era stato scelto per questa missione». Giuda era stato annoverato fra i dodici: con ciò viene sottolineata l’impareggiabilità della scelta, l'unicità della vocazione.
In queste parole inoltre viene messo in evidenza il numero dei dodici e il senso che gli veniva dato in rapporto al piano redentivo; vi è perciò contenuta, anche se non ancora espressa apertamente, l'urgenza di ricostruire quel numero con una nuova scelta. Infatti, proprio nelle parole «come noi era stato scelto per questa missione», viene spiegato il senso dell'appartenenza di Giuda al numero dei dodici che per vocazione era stato chiamato da Gesù a testimonianza nella Chiesa primitiva tutto ciò che Cristo aveva fatto e detto per la redenzione dell’umanità.
Non solo, ma in questo versetto ci è possibile ammirare la grandezza e la sublimità della missione che anche a Giuda era stata affidata. Fu certamente per metterci davanti agli occhi questo stesso fatto che Gesù, secondo quanto scrive Giovanni nel suo Vangelo, allacciò alla predizione del tradimento anche questa frase: «Chi accoglie colui che manderò, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13,20).
v. 20 - Il posto del traditore (1,20)
Evocato il tradimento di Giuda, come un avvenimento annunciato nella Scrittura, Pietro usa due citazioni salmiche per interpretare la morte di Giuda e le conseguenze da trarne per la storia della Comunità.
Il primo testo è attinto dal salmo 69, molto opportunamente, poiché questo salmo del “giusto-perseguitato” era già sullo sfondo del racconto della crocifissione e il v. 26 è un'imprecazione del giusto contro i suoi persecutori.
Anche il secondo testo è un frammento d'imprecazione (Sal 109,8) in cui Pietro trova la giustificazione di ciò che sta per proporre: la sostituzione di Giuda. Infatti, il completamento del numero apostolico non è solo un problema di ordine giuridico-esterno, ma fa parte del piano di Dio, costituisce un evento di particolare significato nel disegno divino di salvezza. «Era necessario che si adempisse» (1,16) interpreta il tradimento di Giuda, ed «è necessario che assieme a noi diventi testimone della risurrezione uno» (1,21-22) introduce l'elezione di Mattia.
La frase non indica una predestinazione o una mancata libertà di Giuda, secondo un pensiero ancora diffuso per cui egli doveva tradire Gesù, perché a questo era ormai destinato. C'è per ognuno solo un destino al bene, mentre l'esito negativo della vita è dovuto soltanto al libero decidersi per il male della volontà umana.
L'inserimento del tradimento di Giuda nel piano di Dio è dedotto dal salmo 69, in cui si parla del giusto che, sebbene oppresso dai malfattori, continua ad avere fiducia in Dio: letto costantemente in chiave messianica, è riferito alla persona di Gesù, il giusto per eccellenza. Le imprecazioni rivolte contro l'oppressore sono qui applicate a Giuda. Leggiamone qualcuna. «La loro mensa sia per essi un laccio, una trappola i loro banchetti. Si offuschino i loro occhi, cosi che non vedano; rendi barcollanti per sempre i loro fianchi. Riempili del tuo sdegno, li sorprenda la tua ira» (Sal 69,23-25).
La seconda imprecazione, «un altro prenda il suo incarico», è tratta invece dal Salmo 109, nel quale un innocente ingiustamente accusato chiede che tutto il male tramato contro di lui si riversi sugli altri. Queste citazioni rivelano un atteggiamento costante della Chiesa primitiva di leggere il vissuto alla luce delle Scritture, cioè dell'AT, nel quale ciò che è importante per Gesù e per la Chiesa è come predetto e adombrato.
La fine di Giuda è veramente un mistero. Eletto come gli altri a servizio della verità, finisce per tradire chi lo ha tanto beneficato. I due versetti che gli si riferiscono con crudezza non intendono essere una cronaca, bensì la sottolineatura teologica propria di Luca con la quale egli afferma che chi non risponde a una chiamata di Dio non provoca il fallimento del piano divino, ma l'attuazione di esso in modalità nuove: il lavoro interrotto da Giuda continuerà con Mattia, che per scelta divina possiede tutti i requisiti.
v. 21 - La scelta di un nuovo apostolo (1,21-22)
La comunità è convinta della necessità di conferire l'incarico a un nuovo apostolo, poiché la cerchia dei dodici deve nuovamente saldarsi. È allora importante considerare le condizioni che si richiedono a colui che dovrà essere eletto. Egli dev'essere testimone della vita pubblica di Gesù; e soprattutto dovrà essere un testimone della risurrezione, che è l'avvenimento decisivo per la nostra redenzione. Del resto, solo chi ha vissuto personalmente col Signore Gesù durante il tempo che precedette la sua risurrezione, quello cioè in cui dimorò fra gli uomini nella sua qualità di Redentore mandato da Dio, può essere assunto all'incarico di apostolo. In questa certezza della Comunità apostolica vediamo come la Chiesa fosse preoccupata, fin dall'inizio, di dare una testimonianza che presentasse tutti i caratteri di credibilità e certezza.
v. 23 - Ne proposero due (1,23-26)
Nel gruppo dei centoventi presenti c'era più di un candidato che soddisfaceva alle condizioni richieste e l'assemblea, acconsentendo senza discussioni al progetto di Pietro, ne designa due, ma vuole lasciare al Signore la sua libertà di scelta (cfr. 1,2). Il racconto ci permette di gettare un prezioso sguardo sull'essenza stessa della Chiesa. Vi si scorge la necessaria collaborazione dell'attività umana con l'azione divina, la quale, alla fine, rimane la sola a decidere. Due dei presenti sono posti a fianco per la scelta; dei due non conosciamo dalle Scritture nessun altro particolare, anche se possiamo pensare che il primo candidato, recante tre nomi che altamente lo qualificavano, fosse particolarmente in vista. Tuttavia la scelta cadde sul secondo, di cui ci viene riferito il semplice nome di Mattia. Del resto, la Chiesa sa che Dio governa ogni cosa, e lascia a lui ogni decisione.
Nella preghiera che la Chiesa eleva a Dio, si manifesta la fede della Chiesa, la quale crede nella guida da parte di Dio. Ancora una volta appare in questa preghiera la grandezza e l'alta responsabilità dell'ufficio apostolico, definito anche qui come un servizio alla comunità. Ci viene ancora una volta ricordato il misfatto di Giuda, mentre di lui si dice che decadde dal posto assegnatogli, «per andarsene al luogo suo». «Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo che è decretato; ma guai all'uomo dal quale viene tradito» (Lc 22, 22).
La sorte è stata gettata e ha deciso. La tavoletta recante il nome di «Mattia», dopo che l'urna fu scossa, uscì per prima. La comunità accoglie questo fatto come l'indicazione della volontà divina. Il numero dei dodici è ora nuovamente al completo. Dodici apostoli si tengono ora pronti a ricevere la potenza dello Spirito loro promesso e sono ormai sul punto di lanciarsi per portare al mondo la testimonianza, che era la speciale missione loro affidata.
Il primo avvenimento, che Pietro affronta pubblicamente, riguarda Giuda, l'apostolo traditore, sul quale c’è bisogno di gettare una luce che spieghi quell’oscuro tradimento della fede, che ha scosso in tutte le sue membra la primitiva comunità cristiana.
Il secondo avvenimento, affrontato da Pietro, che è poi anche il principale, riguarda la restaurazione dell’ordine dei Dodici distrutto dal traditore, per cui gli apostoli si assumono l’impegno di accogliere nella loro Comunità apostolica un nuovo membro. Per comprendere bene questa preoccupazione degli Undici, bisogna osservare che Gesù, eleggendo gli apostoli esattamente in numero di dodici, aveva posto il fondamento di un ordine che doveva essere mantenuto dal popolo eletto della Nuova Alleanza. La Chiesa doveva essere «edificata sul fondamento degli apostoli e dei profeti» (Ef 2,20), com’è dimostrato dall'Apocalisse di san Giovanni, in cui compaiono le «dodici porte» e le «dodici pietre angolari» della nuova Gerusalemme che scende dal cielo (cfr. Ap 21,12ss.). La concatenazione tra l'Antico Testamento e la Nuova Alleanza viene simboleggiata da questo numero: nel giudizio universale, i dodici apostoli siederanno su dodici troni per giudicare le dodici tribù d'Israele (cfr. Lc 22,28ss; Mt 19,26ss). Tale numero degli apostoli doveva apparire alla Chiesa primitiva come un ordinamento essenziale, per dare l'avvio ai suoi primi passi, considerata la particolare importanza di quei giorni, in cui il gruppo dei fedeli era in attesa di ricevere lo Spirito Santo.
v. 15 - Il ricordo del traditore (1, 15-20)
Il primo discorso che Pietro rivolge alla Comunità dei discepoli del Risorto, diventando così il portavoce del gruppo e capo responsabile della comunità fraterna dei centoventi, esprime la preoccupazione dell’Apostolo affinché venga ricostituito il nucleo centrale dei Dodici.
Nell'appellativo di fratelli, adoperato da Pietro secondo l'usanza ebraica, si sottintende già un senso nuovo di questa parola, la quale vuole qui significare l'unione dei fedeli in Gesù Cristo, che a sua volta usava chiamare «fratelli» i suoi discepoli (cfr. Mt 28,10). Paolo ne dà una profonda motivazione, considerando i cristiani come da Dio «predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli» (Rm 8,29). E questo è appunto il senso che dobbiamo dare alla parola, mentre già qui, fin dai primi versetti del suo libro, Luca narra che Pietro si levò «in mezzo ai fratelli».
Il primo argomento affrontato dall’assemblea riguarda il tradimento di Giuda, il cui gesto pesa dolorosamente sulla Chiesa nascente. Già i Vangeli si sono limitati con scarne parole a inserire il misfatto di Giuda nel racconto della passione e l’evangelista Giovanni è l'unico che ha cercato di dare una spiegazione psicologica di un gesto cosi inconcepibile (cfr. Gv 6,64ss; 12,4ss; 13,2.11.16ss; 18,2.5). A parte l'accenno da lui fatto nell'elenco degli apostoli (6, 16), san Luca ne parla tre volte nelle pagine del suo Vangelo (cfr. Lc 22,3ss, 21ss, 47). Ma i versetti degli Atti che stiamo commentando costituiscono già un tentativo di spiegazione dell'accaduto partendo dalla Sacra Scrittura. Nelle parole di Pietro è espressa così la risposta della Chiesa primitiva al problema che le veniva posto. Abbiamo qui un esempio del modo in cui questa medesima Chiesa cerca di chiarire e di comprendere gli avvenimenti e le esperienze che la assillano, alla luce delle parole contenute nella rivelazione dell'Antico Testamento.
Le parole di Pietro, il quale afferma che in Giuda doveva avere compimento la predizione delle Sacre Scritture, definiscono Giuda come la «guida di quelli che arrestarono Gesù». Si sente in questa frase il ricordo personale dell'apostolo e la scena della cattura di Gesù ci viene descritta nei quattro Vangeli con l'immediato riferimento alla presenza del traditore (cfr. Mc 14,43ss; Lc 22,47s; Mt 26,47ss; Gv 18,2s. 5.).
In particolare, nel racconto di Pietro appare commovente quell'aggiunta da lui fatta: «ed era del nostro numero». Ne spiega poi egli stesso il significato con parole che, pur sembrando estremamente riservate, lasciano in realtà trasparire, dal modo con cui sono espresse, un dolore assai profondo: «era uno di noi, e come noi era stato scelto per questa missione». Giuda era stato annoverato fra i dodici: con ciò viene sottolineata l’impareggiabilità della scelta, l'unicità della vocazione.
In queste parole inoltre viene messo in evidenza il numero dei dodici e il senso che gli veniva dato in rapporto al piano redentivo; vi è perciò contenuta, anche se non ancora espressa apertamente, l'urgenza di ricostruire quel numero con una nuova scelta. Infatti, proprio nelle parole «come noi era stato scelto per questa missione», viene spiegato il senso dell'appartenenza di Giuda al numero dei dodici che per vocazione era stato chiamato da Gesù a testimonianza nella Chiesa primitiva tutto ciò che Cristo aveva fatto e detto per la redenzione dell’umanità.
Non solo, ma in questo versetto ci è possibile ammirare la grandezza e la sublimità della missione che anche a Giuda era stata affidata. Fu certamente per metterci davanti agli occhi questo stesso fatto che Gesù, secondo quanto scrive Giovanni nel suo Vangelo, allacciò alla predizione del tradimento anche questa frase: «Chi accoglie colui che manderò, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13,20).
v. 20 - Il posto del traditore (1,20)
Evocato il tradimento di Giuda, come un avvenimento annunciato nella Scrittura, Pietro usa due citazioni salmiche per interpretare la morte di Giuda e le conseguenze da trarne per la storia della Comunità.
Il primo testo è attinto dal salmo 69, molto opportunamente, poiché questo salmo del “giusto-perseguitato” era già sullo sfondo del racconto della crocifissione e il v. 26 è un'imprecazione del giusto contro i suoi persecutori.
Anche il secondo testo è un frammento d'imprecazione (Sal 109,8) in cui Pietro trova la giustificazione di ciò che sta per proporre: la sostituzione di Giuda. Infatti, il completamento del numero apostolico non è solo un problema di ordine giuridico-esterno, ma fa parte del piano di Dio, costituisce un evento di particolare significato nel disegno divino di salvezza. «Era necessario che si adempisse» (1,16) interpreta il tradimento di Giuda, ed «è necessario che assieme a noi diventi testimone della risurrezione uno» (1,21-22) introduce l'elezione di Mattia.
La frase non indica una predestinazione o una mancata libertà di Giuda, secondo un pensiero ancora diffuso per cui egli doveva tradire Gesù, perché a questo era ormai destinato. C'è per ognuno solo un destino al bene, mentre l'esito negativo della vita è dovuto soltanto al libero decidersi per il male della volontà umana.
L'inserimento del tradimento di Giuda nel piano di Dio è dedotto dal salmo 69, in cui si parla del giusto che, sebbene oppresso dai malfattori, continua ad avere fiducia in Dio: letto costantemente in chiave messianica, è riferito alla persona di Gesù, il giusto per eccellenza. Le imprecazioni rivolte contro l'oppressore sono qui applicate a Giuda. Leggiamone qualcuna. «La loro mensa sia per essi un laccio, una trappola i loro banchetti. Si offuschino i loro occhi, cosi che non vedano; rendi barcollanti per sempre i loro fianchi. Riempili del tuo sdegno, li sorprenda la tua ira» (Sal 69,23-25).
La seconda imprecazione, «un altro prenda il suo incarico», è tratta invece dal Salmo 109, nel quale un innocente ingiustamente accusato chiede che tutto il male tramato contro di lui si riversi sugli altri. Queste citazioni rivelano un atteggiamento costante della Chiesa primitiva di leggere il vissuto alla luce delle Scritture, cioè dell'AT, nel quale ciò che è importante per Gesù e per la Chiesa è come predetto e adombrato.
La fine di Giuda è veramente un mistero. Eletto come gli altri a servizio della verità, finisce per tradire chi lo ha tanto beneficato. I due versetti che gli si riferiscono con crudezza non intendono essere una cronaca, bensì la sottolineatura teologica propria di Luca con la quale egli afferma che chi non risponde a una chiamata di Dio non provoca il fallimento del piano divino, ma l'attuazione di esso in modalità nuove: il lavoro interrotto da Giuda continuerà con Mattia, che per scelta divina possiede tutti i requisiti.
v. 21 - La scelta di un nuovo apostolo (1,21-22)
La comunità è convinta della necessità di conferire l'incarico a un nuovo apostolo, poiché la cerchia dei dodici deve nuovamente saldarsi. È allora importante considerare le condizioni che si richiedono a colui che dovrà essere eletto. Egli dev'essere testimone della vita pubblica di Gesù; e soprattutto dovrà essere un testimone della risurrezione, che è l'avvenimento decisivo per la nostra redenzione. Del resto, solo chi ha vissuto personalmente col Signore Gesù durante il tempo che precedette la sua risurrezione, quello cioè in cui dimorò fra gli uomini nella sua qualità di Redentore mandato da Dio, può essere assunto all'incarico di apostolo. In questa certezza della Comunità apostolica vediamo come la Chiesa fosse preoccupata, fin dall'inizio, di dare una testimonianza che presentasse tutti i caratteri di credibilità e certezza.
v. 23 - Ne proposero due (1,23-26)
Nel gruppo dei centoventi presenti c'era più di un candidato che soddisfaceva alle condizioni richieste e l'assemblea, acconsentendo senza discussioni al progetto di Pietro, ne designa due, ma vuole lasciare al Signore la sua libertà di scelta (cfr. 1,2). Il racconto ci permette di gettare un prezioso sguardo sull'essenza stessa della Chiesa. Vi si scorge la necessaria collaborazione dell'attività umana con l'azione divina, la quale, alla fine, rimane la sola a decidere. Due dei presenti sono posti a fianco per la scelta; dei due non conosciamo dalle Scritture nessun altro particolare, anche se possiamo pensare che il primo candidato, recante tre nomi che altamente lo qualificavano, fosse particolarmente in vista. Tuttavia la scelta cadde sul secondo, di cui ci viene riferito il semplice nome di Mattia. Del resto, la Chiesa sa che Dio governa ogni cosa, e lascia a lui ogni decisione.
Nella preghiera che la Chiesa eleva a Dio, si manifesta la fede della Chiesa, la quale crede nella guida da parte di Dio. Ancora una volta appare in questa preghiera la grandezza e l'alta responsabilità dell'ufficio apostolico, definito anche qui come un servizio alla comunità. Ci viene ancora una volta ricordato il misfatto di Giuda, mentre di lui si dice che decadde dal posto assegnatogli, «per andarsene al luogo suo». «Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo che è decretato; ma guai all'uomo dal quale viene tradito» (Lc 22, 22).
La sorte è stata gettata e ha deciso. La tavoletta recante il nome di «Mattia», dopo che l'urna fu scossa, uscì per prima. La comunità accoglie questo fatto come l'indicazione della volontà divina. Il numero dei dodici è ora nuovamente al completo. Dodici apostoli si tengono ora pronti a ricevere la potenza dello Spirito loro promesso e sono ormai sul punto di lanciarsi per portare al mondo la testimonianza, che era la speciale missione loro affidata.
MEDITAZIONE
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Spunti per la riflessione personale
1.
All’inizio del suo discorso Pietro chiama “fratelli” i membri dell’assemblea. Qual è il senso finora da me dato a questa parola, forse abusata tra i cristiani? Come vivo la fraternità all’interno della mia Comunità di fede?
2.
Il tradimento di Giuda è un ricordo gravoso per la Comunità. Come mi pongo di fronte a coloro che ancora oggi tradiscono il Signore? Quali sentimenti sento agitarsi in me? Che cosa faccio e che cosa dico?
3.
Il piano salvifico di Dio deve continuare nonostante il tradimento di quanti, benché da lui chiamati, preferiscono stare nella Chiesa per un proprio tornaconto. Sono consapevole che a me è affidata la responsabilità di continuare la diffusione del Regno di Dio nonostante che gli altri talvolta optino per l’esperienza del tradimento? Sono disposto ad occupare il posto lasciato da chi ha preferito seguire altre strade?
Spunti per la riflessione in Famiglia o nel Gruppo
1.
Giuda
non tradisce da solo, egli è spinto da coloro che lo circondano, i
quali hanno su di lui un progetto d’interesse: neutralizzare Gesù. Come
la nostra Comunità può rendersi protettiva delle persone maggiormente
vulnerabili nella fede? Se il tradimento di uno solo coinvolge l’intera
Comunità, cosa facciamo per rimuovere questo pericolo dalla nostra vita
comunitaria?
2.
2.
Pietro
invita la Comunità a scegliere chi è idoneo a ricoprire il posto
lasciato vuoto da Giuda. Chi sono nella nostra Comunità coloro che
possiamo individuare come i più esemplari nella fede? Sono per noi punto
di riferimento, fratelli e sorelle nella fede? Che cosa ci insegnano
con il loro stile di fede?
3.
Come
la Comunità di Gerusalemme, anche noi viviamo la preghiera come il
momento privilegiato del nostro legame con Dio. Nella nostra preghiera è
finalizzata alla comprensione della volontà di Dio? L’esperienza della
nostra preghiera comunitaria ci fa sentire sempre di più “Comunità
guidata da Dio”? 3.
PREGHIERA
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
1.
O Mattia,
con discrezione, in silenzio,
anche tu eri un discepolo attento di Gesù;
un testimone della vita, della passione e della morte,
fino alla gloriosa risurrezione del Cristo Signore.
Il disegno di Dio è caduto su di te,
e ti ha scelto perché tu prendessi il posto di Giuda,
il discepolo che tradì il nostro Maestro, Gesù.
Sei stato selezionato
per la rettitudine della tua vita,
confermato nel tuo discepolato
da una nuova chiamata dello Spirito Santo.
Insegnaci come praticare anche noi
la tua stessa rettitudine di vita;
come rispondere prontamente
alla chiamata dello Spirito Santo,
per servire incondizionatamente la Chiesa del Risorto.
Aiutaci a comprendere il valore della nostra fede,
del nostro essere discepoli del Risorto;
ad essere un piccolo segno di luce
perché tanti cristiani ritrovino a loro volta
il gusto di testimoniare la vita del Figlio di Dio,
vivendo la propria vita secondo il Vangelo,
irradiando la gioia della loro unione al Risorto,
crescendo nell’amore dei fratelli
ad una vita nuova e più profonda.
E, dopo una vita di zelo e di opere buone,
aiutaci ad essere introdotti nella patria del cielo
per cantare senza fine insieme a te
le lodi del Dio dell’amore e della vita senza fine. Amen.
O Mattia,
con discrezione, in silenzio,
anche tu eri un discepolo attento di Gesù;
un testimone della vita, della passione e della morte,
fino alla gloriosa risurrezione del Cristo Signore.
Il disegno di Dio è caduto su di te,
e ti ha scelto perché tu prendessi il posto di Giuda,
il discepolo che tradì il nostro Maestro, Gesù.
Sei stato selezionato
per la rettitudine della tua vita,
confermato nel tuo discepolato
da una nuova chiamata dello Spirito Santo.
Insegnaci come praticare anche noi
la tua stessa rettitudine di vita;
come rispondere prontamente
alla chiamata dello Spirito Santo,
per servire incondizionatamente la Chiesa del Risorto.
Aiutaci a comprendere il valore della nostra fede,
del nostro essere discepoli del Risorto;
ad essere un piccolo segno di luce
perché tanti cristiani ritrovino a loro volta
il gusto di testimoniare la vita del Figlio di Dio,
vivendo la propria vita secondo il Vangelo,
irradiando la gioia della loro unione al Risorto,
crescendo nell’amore dei fratelli
ad una vita nuova e più profonda.
E, dopo una vita di zelo e di opere buone,
aiutaci ad essere introdotti nella patria del cielo
per cantare senza fine insieme a te
le lodi del Dio dell’amore e della vita senza fine. Amen.
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2.
O Padre,
che hai voluto aggregare san Mattia
al collegio degli Apostoli,
per sua intercessione concedi a noi,
che abbiamo ricevuto in sorte la tua amicizia,
di essere contati nel numero degli eletti. Amen.
IMPEGNO DI VITA CRISTIANAO Padre,
che hai voluto aggregare san Mattia
al collegio degli Apostoli,
per sua intercessione concedi a noi,
che abbiamo ricevuto in sorte la tua amicizia,
di essere contati nel numero degli eletti. Amen.
È
il momento di metterti in moto, di agire in conseguenza di quanto hai
ascoltato, per produrre nella tua vita frutti di Vangelo.
Giunto
al termine della meditazione del primo capitolo del Libro degli Atti
degli Apostoli, trova un momento per riflettere sui passi di fede che tu
hai compiuto fino ad oggi. Considera a quale posto/servizio nella
Chiesa senti che il Signore nuovamente ti sta chiamando.
Rifletti, prega e ringrazia!
FLYER INCONTRO
Rifletti, prega e ringrazia!
AUDIO DELLA LECTIO DIVINA
per richiedere l'audio dell'incontro contattare direttamente sergio.carettoni@gmail.com