ieri CHIESA OGGI domani
alla riscoperta di Gesù, il Risorto,
vivo dentro la sua Chiesa
LA SACRA PAGINA
At 1,12-14
12
Allora gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a
Gerusalemme. Questo monte è vicino alla città: a qualche minuto di
strada a piedi. 13 Quando furono arrivati, salirono al piano superiore
della casa dove abitavano. Ecco i nomi degli apostoli: Pietro e
Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo,
Giacomo figlio di Alfeo, Simone che era stato del partito degli zeloti, e
Giuda figlio di Giacomo. 14 Erano tutti concordi, e si riunivano
regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù,
e con i fratelli di lui.
ALLA SCUOLA DI LUCA
Il
commento qui di seguito ti potrà aiutare a capire la situazione e
l’ambiente in cui si svolge il fatto narrato e il perché della scelta
delle parole in esso riportate.
Ci
troviamo di fronte al primo testo del Nuovo Testamento in cui ci viene
presentata la prima riunione degli Apostoli senza la presenza di Gesù.
Questa riunione dimostra da una parte la comprensione del significato
dell'ascensione e dall'altra offre un anticipo di quella che sarà la
comunità dei discepoli del Signore dopo la Pentecoste.
v. 12
«Allora
gli Apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a
Gerusalemme». È questa una notizia che in riferimento al racconto
dell'ascensione del Signore ci giunge posticipata e che soltanto ora ci
fa conoscere il luogo da cui Gesù, pronunciate le sue ultime parole, «fu
assunto al cielo».
Il monte degli Ulivi diventa così un punto di riferimento
fondamentale per coloro che abbracciano la fede in Gesù, Messia
promesso. È qui che si posa la gloria del Signore quando esce dalla
città santa distrutta in seguito al moltiplicarsi dei peccati (cfr. Ez
11,23), ed è qui che il Signore poserà i suoi piedi alla fine dei tempi
(cfr. Zc 14,4); da qui Gesù invia i suoi discepoli a prendere il puledro
per il solenne ingresso in città (Lc 19,29), predice la distruzione di
Gerusalemme (Mc 13,2-3), s’incammina verso la morte dopo avere sofferto
l'agonia (Lc 22,38-46). Collegato a questo monte, dunque, il Vangelo
descrive scene ricche di significato per la vita del nostro Redentore.
Il monte è pertanto il luogo di partenza per la croce e per la gloria
del cielo: è un primo accostamento di due realtà che s’identificano nel
racconto che ce ne fa l'Evangelista Giovanni ai capitoli 18 e 19 del suo
Vangelo, due realtà – passione e gloria – che diventano caratteristiche
di ogni itinerario di fede, di ogni cammino di ascesi.
Partendo dal monte degli Ulivi, possiamo affermare che il
ritorno in città degli Apostoli realizza pienamente il comando di Gesù
di riprendere in Gerusalemme (At 1,4) la vita ordinaria in attesa del
dono dello Spirito e, una volta ricevuto, portare la testimonianza di
Cristo in tutta la terra e lungo i secoli della storia. La strada che
gli Apostoli percorrono per ritornare in città, anche se breve (880 m),
passo dopo passo si carica di ricordi legati alla persona di Gesù che un
tempo aveva condiviso con loro la sua missione itinerante. Questo breve
tratto di cammino assunse dunque un'importanza decisiva per il cammino
della Chiesa nel mondo: i discepoli percorrono il sentiero per ubbidire
al comando esplicito del Signore (1,4); la Chiesa dovrà prendere le
mosse da Gerusalemme, la città che Dio pone nel mondo come simbolo del
suo popolo sia nell'Antico che Nuovo Testamento.
v. 13
«Quando
furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove
abitavano». Non abbiamo nessuna notizia certa per quanto riguarda
questa sala al piano superiore dove si riunivano abitualmente i
discepoli di Gesù. Sicuramente si tratta di una sala ampia di una casa
signorile, destinata ai ricevimenti e ai banchetti, dove era possibile
radunare insieme molte persone (cfr. At 20,8). Più tardi si identificò
questa sala con quella dove Gesù celebrò la cena (cfr. Lc 22,11-12); si
potrebbe anche pensare alla casa di Maria, madre di Giovanni-Marco, in
cui solevano riunirsi i primi discepoli (At 12,12). Sembra comunque più
naturale pensare a una abitazione già da tempo familiare ai discepoli
di Gesù, e precisamente fin dai giorni in cui essi solevano soggiornare
con lui a Gerusalemme. È lecito immaginare infatti che proprio in questo
luogo Pietro e Giovanni abbiano preparato la Pasqua secondo le
istruzioni del Signore e vi abbiano celebrato l'ultima memorabile cena
insieme con lui (cfr. Lc 22,8 ss).
Al di là di tutto, è importante scorgere in questo cenacolo un
simbolo del legame storico che unisce i due tempi della Chiesa: quello
che precedette e quello che seguì alla Pasqua di risurrezione: il primo
memore del ricordo dei momenti e dei segni vissuti con il Maestro, il
secondo tutto intento a riviere nell'intimità della propria fede
comunitaria la vita nuova che il Risorto aveva promesso ai suoi amici.
Questo luogo, dunque, comunemente chiamato cenacolo, diventa la casa
destinata a servire in seguito come punto d'incontro della comunità
cristiana in sviluppo (cfr. At 2,1.46; 12,12 ss), luogo di adunanze
liturgiche e dove si compiranno speciali rivelazioni (cfr. Mt 6,6;
24,26; Lc 12,3), come capito allo stesso Pietro che mentre se ne stava
ritirato a pregare in un cenacolo (At 10,9 ss.) ricevette da Dio il
comando di iniziare la sua missione tra i pagani.
«Ecco i nomi degli Apostoli: Pietro e Giovanni, Giacomo e
Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Taddeo, Giacomo figlio di Alfeo,
Simone che era stato del partito degli zeloti, e Giuda figlio di
Giacomo». Gli undici nomi degli Apostoli che Luca enumera qui sono
uguali a quelli da lui riportati nella lista contenuta nelle pagine del
suo Vangelo (cfr. Lc 6,14-16), tanto che possiamo affermare che essi
formano una comunità che continua quella pre-pasquale. Infatti, se prima
della Pasqua di risurrezione gli Apostoli costituiscono lo speciale
seguito di Gesù, ora essi compaiono ormai come uomini ai quali il
Risorto ha affidato i pieni poteri e una missione da compiere con la
vita: essi sono quindi responsabili dell'opera di salvezza che la Chiesa
deve realizzare nel mondo.
Confrontando la lista presentata negli Atti con quella
precedentemente riportata nel Vangelo possiamo notare alcune piccole
differenze: la prima cosa di cui ci accorgiamo immediatamente è il posto
preminente di Giovanni, collocato accanto a Pietro. La cosa corrisponde
esattamente anche alle notizie offerte dal Vangelo circa la familiarità
che univa particolarmente i due Apostoli (cfr. Lc 22,8; Gv 13,23 ss;
18,13; 20,2 ss; 21,20 ss); ed è ciò che gli Atti attestano di loro (cfr.
At 3,1 ss.; 4,13; 8,14); manca il dodicesimo apostolo, per cui si
renderà necessaria tra poco l'elezione di Mattia (1,15 ss).
v. 14
«Erano
tutti concordi, e si riunivano regolarmente per la preghiera con le
donne, con Maria, la madre di Gesù, e con i suoi fratelli». Lungo il
racconto degli Atti, questo quadro ci sarà posto dinanzi a ogni piè
sospinto (cfr. At 1,24 ss; 2,42; 4,24 ss; 12,3.12; 13,2; 20,36), poiché
nella sua costante preghiera la comunità intendeva ispirarsi all'esempio
e al comandamento dato dal Signore. Ed anche le lettere di san Paolo
costituiscono una preziosa testimonianza circa la potenza spirituale
della comunità raccolta in preghiera (cfr. Rm 1,9 s; 8,26 s; 1Cor 11,2
ss; 14,12 ss; 2Cor 1,11; 9,14; Ef 3,14 ss; 3,18 ss; Fl 1,3 ss; Col
1,3.9; 1Ts 1,2 s). Come nessun altro evangelista, lo stesso Luca insiste
per ben venticinque volte sulla necessità della preghiera comunitaria
affinché il cristiano, nell'esperienza delle grandi opere di Dio, lo
lodi con gratitudine e, nelle difficoltà del tempo, rimanga unito a lui.
Infatti, il cammino cristiano è sempre un cammino di preghiera.
Nel nostro brano, poi, si parla della comunità che per
realizzare l'unità dei cuori (At 1,14) si riunisce frequentemente per la
lode e la benedizione di Dio nel tempio (cfr. Lc 24,53), in attesa
dello Spirito (At 2,2,). Essendo queste le condizioni perché una
preghiera sia ascoltata, Dio non potrà mai esaudire le invocazioni di
una comunità divisa da rancori e rivalità. Perché Dio passi dall'ascolto
all'esaudimento delle nostre preghiere occorre che anche noi passiamo
da una preghiera fatta solo di armonia di voci (cfr. Mt 18,19-20) ad un
tipo di preghiera che esprima visibilmente l'identità di cuori (At
1,14). Infatti, diventanti un cuor solo, i cristiani frequentavano il
tempio (At 2,46), invocavano il Signore nel momento della persecuzione
(At 4,24), si ritrovavano nel portico di Salomone (At 5,12), e, di
fronte a gruppi di persone che si univano alla comunità per operare il
male (cfr. At 7,57; 12,20; 18,12; 19,29), l'autentica vita di fede
diffondeva tra i fratelli la concordia invincibile.
-»
Caratteristico in Luca è il fatto di nominare anche le donne e
questa sottolineatura ci insegna che la prima comunità cristiana è
composta anche dalle donne, non soltanto dalle spose degli Apostoli,
come intende una variante del codice occidentale che parla di «mogli e
figlie», ma anche da quelle discepole delle quali l'Evangelista fa
menzione nel suo Vangelo (cfr. Lc 8,2-3; 23,27-31.49.55; 24,1-10). Egli
nota compiaciuto la presenza della donna sia nella vita di Gesù che in
quella della Chiesa, poiché anche a loro è donata la salvezza di Dio che
esse stesse dovranno recare nel mondo, superando così i pregiudizi
inveterati di quel tempo. Lo stesso san Paolo diventa testimone della
riabilitazione della donna operata dal Vangelo (cfr. 1Cor 11,11 s; 7,13
ss; Ef 3,12 ss.; cfr. anche la lista delle donne nei saluti della
lettera ai Romani: 16,1 ss). In seguito, sentiremo ancora spesso gli
Atti degli Apostoli parlarci della vocazione e dell'attività delle donne
nella vita cristiana (Cfr. 12,12 s; 17,4.12.34; particolarmente
18,2.8.26).
[ Anche se si tratta appena di accenni, ma che rivelano un tipo
di femminilità tutta disponibile per Dio, brillante per intuizione,
attiva e rispettosa, non invadente, tutta tenerezza fondante una
comunione, non bisogna dimenticare alcune figure femminili
significative: Elisabetta (cfr. Lc 1,5-6.24), Anna (cfr. Lc 2,36-38), la
suocera di Pietro (cfr. Lc 4,38-39), la donna di Nain (cfr. Lc ), la
prostituta (cfr. Lc 7,36-50), il seguito femminile (cfr. Lc 8,1-3), la
figlia di Giairo e l'emorroissa (cfr. Lc 8,40-55), Marta e Maria (cfr.
Lc 10,38-42), ecc.; negli Atti degli Apostoli abbiamo a Giaffa Tabità
(cfr. At 9,38-48), a Gerusalemme Rode (cfr. At 12,12-13), a Filippi
Lidia (cfr. At 16,15), ed in molti altri luoghi altrettante numerose
figure femminili (cfr. At 17,4.12.34; 18,2.8.26).
Questi accenni su un ruolo attivo della donna, rivoluzionario
per quei tempi, base per un rapporto di pari dignità con l'uomo, valido
per tutti i tempi, debbono essere tenuti presenti per comprendere la
sintetica affermazione di Luca: con gli Apostoli, assidue e concordi
nella preghiera c'erano anche del donne (At 1,14) ].
-»
Tra le donne spicca giustamente la figura di Maria, designata col
suo titolo più nobile, la Madre di Gesù. È da lei che ha origine il Gesù
storico, e con lei che ha inizio il Cristo mistico, la Chiesa: nessuna
comunità può nascere e svilupparsi senza Maria. Essa apparteneva al
gruppo dei fedeli che erano destinati a partecipare all'imminente evento
del giorno di Pentecoste e il suo nome si staglia fra quelli di tutte
le altre donne in questo primo inizio della Chiesa. Già in tale fatto ci
è dato di scorgere la posizione tutta speciale riservata nel Nuovo
Testamento alla Madre di Gesù dal popolo di Dio: è madre di Cristo e
madre delle membra di Cristo (1Cor 12,27), è madre di Cristo e madre
della Chiesa.
-»
Infine, per quanto riguarda l'espressione i fratelli di Gesù,
bisogna ricordarsi che il termine fratello non va inteso in senso
stretto, come abitualmente si fa nella lingua moderna; il linguaggio
biblico in genere, basandosi sul diritto familiare vigente presso gli
orientali, mostra che il concetto di «fratello» e di «sorella» può
designare tutti i gradi di parentela e di consanguineità. Abbiamo buone
ragioni, quindi, per vedere nei «fratelli» qui nominati, dei parenti di
Gesù, i quali, già prima della risurrezione, erano venuti ad
aggiungersi alla schiera dei discepoli.
MEDITAZIONE
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Durante i prossimi giorni metti la tua vita in relazione con il testo che hai letto. È la tua rilettura allo scopo di ascoltare cosa il Signore dice a te in questo periodo o situazione della vita, cosa dice allo sviluppo della tua persona, cosa suggerisce per le tue relazioni. Lui ti consola, ti esorta, ti orienta e ti rallegra dentro il cammino della Chiesa del Risorto.
Spunti per la riflessione personale
1.
Dall'esperienza spirituale del monte degli Ulivi anch’io sono spinto
dal comando del Signore a raggiungere Gerusalemme, la città dove
riprendere la vita ordinaria. Quali doni ricevo quando faccio una forte
esperienza di Dio? Che cosa rimane nella mia vita quotidiana? Quali
aspetti della mia persona riesco a cambiare ogni giorno?
2.
Ritornare a Gerusalemme, la città di Dio, comporta la fatica di
compiere un cammino. Su che cosa sento ancora il bisogno di camminare?
Come avvicinarmi sempre di più al luogo in cui farò esperienza di Dio?
Quale luogo di comunione - il cenacolo - sento di dover abitare?
3.
Nel cenacolo si radunano i discepoli del Signore, con i loro nomi, con
i loro volti, con le loro storie... Ho un rapporto familiare con coloro
che seguono come me il Signore Gesù? Qual è la qualità dei rapporti
all'interno della mia Comunità? Sono consapevole che dietro ai nomi e ai
volti dei miei fratelli e delle mie sorelle c'è una chiamata/progetto
di Dio?
Spunti per la riflessione in Famiglia o nel Gruppo
1.
Gli Apostoli si riuniscono nel Cenacolo, simbolo della profonda
intimità che hanno vissuto con Gesù. Se per Cenacolo intendiamo sia la
Chiesa intera sia la nostra stessa casa, chiediamoci se davvero oggi
questi luoghi sono capaci di esprimere l’intimità dei credenti in Gesù?
Le nostre case, le nostre famiglie, testimoniano con coraggio e rispetto
la propria fede nel Signore, diventando così strumenti di
evangelizzazione? Chi è stato ospitato nelle nostre case ci ricorda come
una famiglia abitata dalla presenza del Signore?
2.
Luca sottolinea che la preghiera della prima comunità cristiana si
caratterizzava per l’unità dei cuori. Chiediamoci in che modo si
qualifica la preghiera della nostra Comunità? Come possiamo superare
l’unità delle voci per raggiungere l’unità dei cuori? Come vincere la
tentazione di presentarci davanti al Signore per pregare con e per i
nostri fratelli quando prima abbiamo magari detto male di loro?
3.
La presenza delle donne nel Cenacolo è la conseguenza del rapporto che
Gesù ha avuto con loro. La nostra Comunità è capace di valorizzare la
femminilità presente in essa? Con quali doni le donne possono arricchire
la nostra Comunità? Sull’esempio delle donne presentateci dagli Atti,
come valorizzare di più quelle figure femminili che meglio di tutti
vivono con intensità il loro servizio per l’evangelizzazione?
PREGHIERA
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
È il momento di ringraziare Dio per ogni cosa, facendo una preghiera che sgorghi dalla Parola che hai letto e meditato e che ti disponga ad ubbidire alla voce dello Spirito del Signore Risorto.
1.
O Maria,
O Maria,
Tu che hai vissuto nell'intimità del Padre,
del Figlio e dello Spirito santo,
Tu che hai dato carne ai Verbo di Dio,
che hai avuto l'esperienza di vita familiare a Nazareth,
Tu che hai partecipato con gli Apostoli
alla nascita della Chiesa:
resta con noi.
Resta con noi
per educarci alla vera profezia,
alla vera preghiera, al vero servizio.
Fa’ delle nostre Comunità
luoghi di vita e di verità, di carità e di pace,
di coraggio e di speranza.
Aiutaci ad essere testimoni del Tuo Figlio Risorto:
mantienici fedeli al suo Vangelo d’amore.
Te lo chiediamo per Cristo Tuo Figlio. Amen.
2.
2.
(preghiera di Giovanni Nicotra)
Grazie Gesù,
perché ci chiami come i discepoli,
a due a due
nell’edificazione della tua Chiesa!
perché ci chiami come i discepoli,
a due a due
nell’edificazione della tua Chiesa!
Aiutaci ad essere sempre noi stessi,
sostienici nel custodire l’unicità delle nostre persone,
affinché ognuno di noi possa essere radice
di una comunità dove Gesù è vivo, Risorto!
Gesù, dona a ciascuno di noi quello spazio intimo,
il luogo dell’incontro, il luogo dell’accoglienza,
dove possiamo essere piccole comunità in dialogo con Dio!
il luogo dell’incontro, il luogo dell’accoglienza,
dove possiamo essere piccole comunità in dialogo con Dio!
Ti preghiamo Gesù,
fa che in ciascuno di noi
rimanga accesa la fiammella della passione,
la tua passione in noi chiama, coinvolge, trascina,
è testimonianza viva per chi ci cammina accanto!
la tua passione in noi chiama, coinvolge, trascina,
è testimonianza viva per chi ci cammina accanto!
Lode a te Gesù!
IMPEGNO DI VITA CRISTIANA
È
il momento di metterti in moto, di agire in conseguenza di quanto hai
ascoltato, per produrre nella tua vita frutti di Vangelo.
In
vista del prossimo appuntamento di questo Cammino dentro il libro degli
Atti degli Apostoli, trova il tempo per passare in rassegna l’elenco di
tutte le persone che abitano la tua Comunità e, se prima preghi per
loro, poi chiedi che cosa loro donano a te e che cosa tu doni a loro.
Rifletti, prega e ringrazia!
AUDIO DELLA LECTIO DIVINA
per richiedere l'audio dell'incontro contattare direttamente sergio.carettoni@gmail.com