domenica 20 dicembre 2015

Nel mio viaggio ci sei tu

(Domenica - 4ª di Avvento)

Dal racconto evangelico di Luca

In quei giorni Maria si mise in viaggio e raggiunse in fretta un villaggio che si trovava nella parte montagnosa della Giudea.
Entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino dentro di lei ebbe un fremito, ed essa fu colmata di Spirito Santo e a gran voce esclamò: «Dio ti ha benedetta più di tutte le altre donne, e benedetto è il bambino che avrai! Che grande cosa per me! Perché mai la madre del mio Signore viene a farmi visita? Appena ho sentito il tuo saluto, il bambino si è mosso dentro di me per la gioia. Beata te che hai avuto fiducia nel Signore e hai creduto che egli può compiere ciò che ti ha annunziato».

mercoledì 16 dicembre 2015

Beato se non perdi la tua fede in me

Mercoeldì - 3ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Luca
Rinchiuso in carcere, Giovanni il Battista, chiamati due dei suoi discepoli, li mandò dal Signore a chiedergli: «Sei tu quello che deve venire oppure dobbiamo aspettare un altro?». Quando arrivarono da Gesù quegli uomini dissero: «Giovanni il Battezzatore ci ha mandati da te per domandarti se sei tu quello che deve venire o se dobbiamo aspettare un altro».

martedì 15 dicembre 2015

Le tue mani e i sogni di Dio

Matedì - 3ª di Avvento

Dal racconto evangelico di Matteo

Poi Gesù disse loro: «Vorrei conoscere il vostro parere. C'era un uomo che aveva due figli. Chiamò il primo e gli disse: “Figlio mio, oggi va' a lavorare nella vigna”. Ma quello rispose: “No, non ne ho voglia”; ma poi cambiò idea e ci andò. Chiamò anche il secondo figlio e gli disse la stessa cosa. Quello rispose: “Sì, padre”, ma poi non ci andò. Ora, ditemi il vostro parere: chi dei due ha fatto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».


sabato 8 agosto 2015

La paura può essere la forza dei coraggiosi

08 agosto
 
Non c’è altra via d’uscita da un problema legato alla perdita di una persona se non quella di vincere la paura dell’ignoto, di quello cioè che non si conosce abbastanza e che, di conseguenza, genera in se stessi ansia e turbamento. È possibile affrontare e imbrigliare la paura, facendo ricorso a vie già sperimentate e frequentate più volte quali il tatto, la vista, l’udito… – insomma, le vie vitali dei cinque sensi.

Di fronte alla perdita di una persona importante, che a maggior ragione si dice cara, solo il ricorso all’arte dei cinque sensi ci dà la prova ultima che quella persona d’ora in poi non si vedrà più, non si potrà più udire, toccare… frequentare come prima. La scomparsa in una preziosa relazione interpersonale del come prima getta tutti nello spavento del momento presente e futuro. “E adesso cosa faccio?” – normalmente ci si domanda –, per chiedersi con cruda concretezza che cosa in una relazione è cambiato per sempre e che cosa, per logica conseguenza, dovrà cambiare da ora in poi.

La reazione emotiva e di difesa di fronte a una perdita e a un’assenza ormai certa e definitiva di una persona dall’orizzonte della propria vita, più che motivo di scoraggiamento e di senso di abbandono può diventare stimolo ed occasione per superare la paura dell’oltre. È un atto di volontà, se non proprio razionale almeno affettivo, questo aggirare l’ostacolo dell’immobilismo di una persona morta che, di riflesso, blocca i propri processi di movimento interiore: l’altra persona non è più un moto a e da luogo di relazione, la destinazione e la provenienza corrisposta di attenzioni reciproche. Tutto rischia di rimanere sospeso nel vuoto e nell’impossibilità di continuare come pochi istanti prima a colorare ancora l’intreccio delle proprie storie di vita.

Ipotizzare un oltre vita, pensare e abitare un al di qua, ammettendo la possibilità di un oltre, diventa questione di coraggio affettivo, quando nessun pensiero, nessun pregiudizio sul dopo vita, insieme ad altro ancora, sono capaci di toglierci la forza del desiderio e del dialogo interiore, profondo, con chi ci ha lasciato. La paura dell’impossibile frequentazione dell’oltre vita può solo generare coraggio di cuore, quando prendiamo atto che l’amore per una persona non smette di pulsare sia al di qua sia al di là del muro, cercando nuove vie di incontro e di abbracci oltre
 

venerdì 7 agosto 2015

O il nulla, oppure il diverso

07 agosto
 
Alla fine non resta altra possibilità che accettare l’inaccettabile: la morte, cioè, di una persona per noi importante, così come quella di una persona che, anche se prima ad essa non ci sentivamo legati con il cuore, eppure puntualmente ci ritorna ora in mente, senza comprendere appieno il perché del suo ricordo.
 
Ma accettare l’inaccettabile, ricordare il ricordabile non basta. Per quanto uno si possa opporre con tuto se stesso all’evidenza della perdita di una persona, alla fine non resta altro che quella perdita, con cui fare i conti, e la sensazione profonda di una porta chiusa per sempre, di fronte alla quale improvvisamente scopriamo di essere rimasti al di qua della sua chiave.
 
La perdita di una persona fa male, certo che fa male, eccome, ma ancora di più fa un male diverso, paralizzante, profondo, l’impossibilità di continuare con chi se ne è andato via per sempre un rapporto, una relazione, che ora abbiamo capito essere importante e di cui sentiamo di avere davvero bisogno.
 
Che fare? Accettare supinamente l’inevitabilità di perdersi l’un l’altro? Non accettarla? Ribellarsi? Ma a chi e per che cosa? È un bel problema!
 
E giusto per complicare quanto facile non è già di suo, eccoci di fronte al bivio dentro: o il nulla o il diverso. O consegnare al nulla la persona che sta oltre la porta della nostra vita, o ipotizzare che la sua perdita ci indichi un diverso dal presente, una dimensione che in questo momento non consociamo a sufficienza, ma che possiamo pensare essere l’anticipazione di un nuovo modo di vivere oltre questa esperienza materiale.
 
Perché no? O il nulla, oppure il diverso per sempre.

 

martedì 4 agosto 2015

E intanto il silenzio parla

04 agosto

Proprio quando non udiamo più parole di risposta, proprio quando le nostre domande restano tali e non più raccolte, proprio quando ci rendiamo conto che non c’è più un tu in stato di comunicazione con noi, proprio allora il silenzio fuori di noi si mette in dialogo con il silenzio dentro di noi.

Prima ci accorgiamo che al di qua del muro siamo rimasti noi, con solo noi stessi, prima scopriamo quanto il silenzio abbia in sé la forza di trasformare la perdita di una persona nel guadagno di quella persona. Sembra assurdo, eppure è proprio così: quando rientriamo in contatto con il profondo della nostra verità esistenziale proprio allora ritroviamo il senso e il valore irripetibile ed unico della nostra relazione con gli altri.

E così il silenzio al di là del muro fa il suo lavoro in collaborazione con il silenzio al di qua del muro: da una parte ci aiuta ad ascoltare il tintinnio delle nostre emozioni, viceversa ci aiuta a ritrovare il ritmo dei nostri respiri di vita; in un senso ci aiuta a guardarci alle spalle per misurare il valore delle esperienze passate, quelle più vere, nell’altro senso ci aiuta a misurare noi stessi nel momento presente, all’interno delle attuali esperienze di vita in corso; infine, ritroviamo in noi la certezza della fine e l’imperativo di un nuovo inizio, quando accettiamo di non poter più modificare il passato, ma ci disponiamo a vivere il presente con uno stile relazionale decisamente diverso da prima.

E dopo il rumore delle parole, alla fine il silenzio parla, certo che parla, di noi stessi a noi stessi, alla nostra coscienza, alla nostra intelligenza, al nostro cuore e a ciascuno spiega come l’infinito precede, avvolge e segue le parentesi di vita di tutte le persone; di una in particolare che, oltre il muro, già ha fatto sua ed abita un’altra dimensione, pur restando inspiegabilmente sempre in contatto con noi, come nostra mentore: una perdita prima, un guadagno ora non da poco!

lunedì 3 agosto 2015

Che fare al di qua del muro?

03 agosto

Trasportati, come accade ogni giorno, dalla melodia incalzante della vita, non sempre prestiamo la dovuta e fraterna attenzione a quello cui vanno incontro le persone che fino a pochi istanti prima ci camminavano accanto. Eppure, basta la frazione di un semplice e fragile secondo per accorgersi quanto, di colpo, l’inaspettato possa ergersi come un muro incorporeo, eppure pur sempre invalicabile, nel campo delle relazioni umane.

Al di qua e al di là dell’invisibile ciascuno resta abbracciato alla carta da pacco del dono della sua vita. C’è chi si sofferma a ricordare, a trattenere ancora per un istante la vibrazione delle emozioni di un tempo; chi tenta di gettare lo sguardo oltre, per capire e per dare un senso all’inspiegabile; c’è chi usa gli occhi come sorgenti di inarrestabili rivoli di dolore; c’è chi… e c’è chi non è più.

Ai mille monologhi senza più orecchie in ascolto e labbra pronte ad accogliere le sillabe sedute di risposte tutte ancora da prendere il volo, si contrappone una seconda via, quella delle nostre teste appoggiate al muro dell’ignoto.

Ecco cosa si può fare al di qua del muro: appoggiare il proprio orecchio alla parete dell’invisibile e scandagliare l’ignoto in cerca di una risposta alla nostra preghiera: “Ehi, c’è qualcuno in ascolto?”.

domenica 2 agosto 2015

Un passo di troppo e ci si perde per sempre

02 agosto
 
I nostri passi sono misurati, ogni minuto, ogni giorno. Un tanto di passi al mese, un buon quantitativo in un anno. Un preciso e calcolabile numero di passi compiuti nell’arco di un’esistenza.
E all’interno di questi passi ci sta la vita di ciascuna persona: le nostre storie, i nostri sogni, le speranze e gli amori, la nostra operosità e in ognuno, immancabili, le piccole o grandi ferite interiori.
 
Ma quando una persona smette di condividere i suoi passi con gli altri compagni di viaggio cosa succede? Quando, rispetto a loro, ne fa uno in più, oltre il limite del tempo e dello spazio che è dato di vivere - un passo oltre il respiro della vita – cosa accade?

Un passo di troppo crea distanza, uno spazio umanamente incolmabile, poiché esso risulta già oltre la soglia delle capacità di chi è rimasto al di qua. Basta un passo di troppo e ci si perde per sempre, senza possibilità di ritorno o di recupero.

Una persona dopo l’altra, a suo tempo e suo malgrado, compie il passo dell’oltre, dando a tutti la certezza di un perdersi per sempre.
 

sabato 1 agosto 2015

Saluta con gratitudine anche gli addii mai ricevuti

01 agosto

Lungo il sentiero della propria vita inaspettatamente arriva la sera in cui, facendo il bilancio della giornata, ci si accorge che un compagno di strada, una persona quanto mai cara, ora non è più, come sempre, seduta al nostro al fianco: ha smesso di camminare con noi e, benché giunti insieme a uno dei tanti bivi della vita, liberamente ha scelto di incamminarsi per un’altra strada.


Se fino a quel momento nessuno se ne era accorto, alla conta della sera, la verità dell’intenzione dei cuori è più che mai manifesta a tutti.

Nel silenzio, via via avvolgente della notte, restano sveglie e chiacchierone tra loro inarrestabili domande sul "perché?” di quella scelta, altra rispetto al cammino compiuto fino ad allora. E la falce delle domande, illuminata dalle stelle, volteggiando sopra la fioritura di mille pensieri, un passaggio dopo l’altro miete i ricordi più belli, affidandoli alla custodia del cuore.

Che dire, Signore? Nulla. Cosa fare, Signore? Nulla, se non quello che hai fatto tu: hai rispettato la libertà di tutti e, pur misurando dentro di te il peso del vuoto lasciato da altri, hai proseguito il tuo cammino, portandoti però nel cuore il colore degli occhi delle persone che, nonostante tutto, hai amato davvero e che da quel momento in poi, con riconoscenza infinita per quello che esse sono state per te, hai affidato alla brezza di un nuovo mattino, il loro.

giovedì 30 aprile 2015

Nell’oltre c’è lo stupore di un amore

30 aprile 

Andare oltre è segno d’intelligenza, è impronta di sopravvivenza, pur restando ancora per un poco avvolti dal buio di ciò che per il momento non si ha modo di conoscere bene. Non è mancanza di fiducia nel valore del presente, una sorta di tradimento dell’importanza dell’adesso. 
Andare oltre è il segno di una volontà che varca in uscita le porte di ciò che è scontato e che non permette a nessuno di restare fermo, paralizzato, quasi ancorato al frangente del suo esistere. Andare oltre è soprattutto togliere le ancore dal recente passato per volgere sguardo e passi al prossimo futuro. 

mercoledì 29 aprile 2015

Dentro di te ti ricorderai che più forte è l’amore

29 aprile

Per quanto possa risultare bello ed emozionante, nel percorso della fede non si vive di sola passione, di innamoramenti spirituali, quasi in balia di un evento emotivo dopo l’altro, sempre alla ricerca di qualcosa che possa durare comunque il più a lungo possibile.
Un percorso di fede, affannato dal bisogno di continui effetti speciali, ammesso che ce ne siano così in abbondanza, è destinato a creare, più che risolvere, sete d’infinto.

giovedì 23 aprile 2015

Afferrare i sogni di Dio è imparare a volare

23 aprile 

Ci sono persone che quando spiccano il volo nella loro vita dimostrano di non essere paragonabili a piccoli passerotti o a rondini di primavera, ma ad aquile di affascinante bellezza e di incalcolabile potenza. 
Guardare alle insicurezze, alla titubanza, all’ansia e alle paure di chi abbiamo di fronte o accanto nella vita, spesso ci porta a definire quella persona per ciò che gli manca – volontà, coraggio, forza –, piuttosto che per quello che potrebbe essere in futuro, se solo fosse messa nella condizione favorevole per esprimere al meglio le proprie potenzialità. Il giudizio che abbiamo e facciamo sulle mancanze, pur sempre presenti in tutte le persone, spessissimo non è mai aperto alla positività e alla speranza del cambiamento, ma alla tentazione di raggruppare e rinchiudere ciascuno in recinti di pregiudizio ben definiti.

domenica 19 aprile 2015

E in una frazione di secondo tutto prende fuoco

19 aprile 

Dio si rende presente nella vita delle persone in diversi momenti del loro incedere, in diverse occasioni e fasi del loro esistere; tante e quante volte solo a lui è dato di sapere e alle singole persone di scoprire quando meno se lo aspettano. 
In un modo del tutto speciale, così come solo Dio è capace di fare, egli entra in contatto con la parte più intima di un uomo e di una donna, in quella stanza segreta dell’animo di cui nessuno possiede la chiave della porta. Lungo il sentiero della delicatezza e della discrezione, mentre si rivela gradualmente a tutti, con alcuni Dio non esita ad essere particolarmente generoso di sé. È una sua scelta, quella di oltrepassare le porte chiuse, quella di costruire insieme ad alcune persone una storia di bene e di salvezza per loro e, grazie al dono generoso della loro vita, per il bene e per la salvezza di tutti gli altri. 

venerdì 17 aprile 2015

Cammin facendo, Tu ti fidanzi con la mia gioia

17 aprile

Per quanto si possa sforzare, o per come esso voglia spiegare a chi non intende come stanno realmente le cose, il mondo non riuscirà mai a penetrare in profondità che cosa accade di fantastico nella vita di una persona quando essa incrocia con il suo sguardo quello di Dio.
Per quanto esso sia vasto e immenso, rispetto alla piccolezza e alla fragilità dell’umanità che lo abita provvisoriamente, il mondo non potrà mai riempire la vastità del cuore e della mente di una singola persona.

giovedì 16 aprile 2015

Ti prego, Gesù, riprendi in mano la corda!

16 aprile

Non è sempre facile ammetterlo, eppure talvolta ci viene quasi spontaneo scegliere di sfidare Dio al gioco del tiro alla fune.
Ci sono cose di lui, del suo modo di pensare e di esprimersi, del suo modo di intersecare le nostre storie personali che vanno oltre i limiti della nostra comprensione, della nostra capacità di fidarci di lui. E allora lo sfidiamo a viso aperto, giusto per vedere chi avrà la meglio.
Da che mondo è mondo, è sempre stato così: avere a che fare con Dio è questione di coraggio; una buona dose di coraggio, che non è impossibile riuscire a coltivare, a raccogliere e a custodire con cura dentro lo zaino della propria vita.

sabato 11 aprile 2015

Ma tu, Signore, ami davvero anche i miei dubbi?

11 aprile

Il dubbio può essere paragonabile ad un tarlo, così insistente, così caparbio, da scavare infiniti spazi vuoti dentro qualsiasi certezza di vita, un lavoro certosino il suo, fino a rendere fragile anche la più forte delle convinzioni personali. Seriamente pericoloso, in molte persone il tarlo del dubbio attacca e polverizza da dentro la solidità di un cammino spirituale e arriva anche al punto di lacerare il delicatissimo tessuto delle relazioni umane.

giovedì 9 aprile 2015

La tua vocazione nella Chiesa, oltre la Chiesa

09 aprile
 
Non è mai successo che Dio abbia scelto e chiamato una persona a sé, per una sua speciale consacrazione di vita, senza prima mettere dentro a quella scelta e a quella chiamata la sua emozione, la sua passionalità divina.
Ogni essere umano è il risultato di una vibrazione emotiva e affettiva di Dio. Dai moti danzanti della gioia, appena Dio intuisce giungere sul davanzale della labbra della persona da lui vocata un accenno di risposta affermativa alla sua proposta vocazionale, fino ai lenti e sofferti respiri di preoccupazione, di fronte al torpore, alla titubanza o all’angoscia nel non rispondere della persona da lui scelta, Dio partecipa con tutto se stesso alla gestazione e alla realizzazione, passo dopo passo, della storia di una vocazione.

martedì 7 aprile 2015

Parla chiaro, Gesù!

07 aprile

In tutte le lingue del mondo, la grammatica ha la sua importanza. Qualcuno direbbe che la fa da padrona rispetto alla voglia di libertà d’espressione di tante persone. Comunque la si voglia considerare, secondo usi e tradizioni consolidati nel tempo, la grammatica regola e struttura la formulazione corretta dei pensieri e del racconto delle emozioni in corso, facendo in modo che le parole che si stanno per usare occupino ciascuna il proprio posto all’interno di una frase che risulterà agli altri ben composta, ben ordinata.

lunedì 6 aprile 2015

Nella tua preghiera i sogni di Dio respirano l’infinito

06 aprile
 
Nel succedersi dei giorni il cammino di una vocazione è ritmato dal battito della preghiera. Non si tratta solo della preghiera liturgica, preziosa per parole e gesti, simboli e riti, scansione di tempi e ore condivise; preghiera fatta insieme, che può esprimere la fede gioiosa di una comunità.
Essendo il battito della preghiera frutto soprattutto della relazione intima e dialogica della persona scelta da Dio con il Dio della sua risposta, per quello che ti riguarda, la tua risposta alla chiamata di Dio la inizi a vivere anzitutto nella ricerca di uno spazio segreto e fedele di dialogo con lui, poi, e solo dopo, nel numero dei passi da te compiuti per lui e in mezzo agli altri tuoi compagni di viaggio.

giovedì 2 aprile 2015

Basta una lacrima per dire un Sì di gioia

02 aprile 

L’inizio della storia di una vocazione è dato da due cose: l’originalità e la pura iniziativa di Dio. È lui che sceglie chi chiamare; è lui che chiama chi ha scelto per amore; e i modi e i tempi di ogni vocazione li conosce solo lui.
Fin dal primo momento, però, Dio si avvale della collaborazione di tante persone, per spiegare e per fare comprendere alla persona da lui scelta il progetto di una vita donata interamente a lui e agli altri.

mercoledì 1 aprile 2015

Per Dio ogni vocazione è un’opera d’arte

01 aprile

Come uno scultore che abilmente con martello e scalpello sa colpire nel punto esatto un blocco di marmo dal quale vuole tirare fuori la sua opera d’arte, così Dio entra in contatto con la vita di una persona per tirare fuori da essa la bellezza di un sogno, il suo.
A regola d’arte, Dio usa la legge della sottrazione, per togliere via dalla massa informe della tua vita tutto ciò che copre, nasconde e ai più rende inimmaginabile la bellezza della tua storia personale. Sono le tante situazioni della vita, le molte esperienze e le infinite cose, ora dentro ora fuori a una persona, che preoccupano l’arte scultoria di Dio. Eppure, pur di raggiungere l’esplosione della bellezza di ciascuno, Dio non ha paura di metterci tutta la sua fatica, il suo impegno in prima persona.

sabato 28 marzo 2015

Anche un neonato sa parlare alla maternità di Dio

28 marzo 

Senza ombra di dubbio lo Spirito santo agisce instancabilmente nella vita di ogni credente, e in eguale misura nella vita di una comunità cristiana, in modo che solo lui sa. 
A tratti, invisibilmente e senza clamore, senza attirare l’attenzione dei curiosi, lo Spirito santo entra in azione con somma sensibilità là dove è atteso e invocato nella preghiera. Per prima cosa, anche se esso si rende presente alla soglia della vita di tutti e delicatamente bussa alla porta della libertà di ciascuno, ogni tipo di intervento gratuito del Cielo è possibile solo se allo Spirito di Dio si concede la possibilità di entrare in relazione con la concretezza della storia personale di una persona, così come di una comunità di fratelli e di sorelle nella medesima fede.

venerdì 27 marzo 2015

Adulti nella vita e nella fede è possibile ancora

27 marzo

Lungo il cammino della vita spirituale la tentazione più viscida che un credente possa incontrare è quella di permettere sì a Gesù di liberarlo dai suoi limiti, dalle sue difficoltà e dai suoi vecchi problemi, ma di non permettere a se stessi di uscire e di liberarsi dalla memoria della cose passate.
È una vita nuova nello Spirito, certo, quella iniziata e portata avanti con fatica, ma una vita spirituale accolta e vissuta a metà, senza la rottura con il passato, senza avere preso la decisione di spezzare una volta per tutte le catene e di fuggire da ogni forma di condizionamento e di incaglio della coscienza.

giovedì 26 marzo 2015

Anche il deserto può diventare una strada

26 marzo


Età di mezzo, o meglio, in una terra di mezzo, quella della vita, tra l’essere stati adolescenti e, due gradini più avanti, l’essere non ancora del tutto diventati adulti, il mondo dei giovani si arricchisce di un nuovo gruppo di personaggi quasi misteriosi, i giovani adulti.
È una fase della vita, quella di un giovane adulto, in cui la persona non ha ancora assunto appieno il suo posto, il suo ruolo, in generale in seno alla società, in particolare nella storia del proprio paese. Certo non per colpa loro. Comunque sia, per non si sa quale mistero, i giovani adulti si trovano bloccati al centro del crocevia della confusione delle relazioni: là dove sono considerati sempre troppo giovani dal mondo degli adulti; là dove, dall’opposto mondo dei ragazzi, sono visti già grandi, “già vecchi”.

mercoledì 25 marzo 2015

Dai piedi alla testa, siamo percorsi dal sogno di Dio

25 marzo
 
L’importanza e il valore di una comunità cristiana, soprattutto nel momento in cui un suo giovane è tutto impegnato a pensare e a formulare il proprio progetto di vita, importanza e valore stanno nella sua fedeltà a Dio e nella sua fedeltà all’uomo. 
Se non fosse fedele a Dio, cioè se non vivesse una relazione sincera con lui, secondo la dimensione dell’ascolto comunitario della Parola di Dio e della preghiera fraterna in Spirito santo e verità, quella comunità tradirebbe la sua identità di segno visibile della presenza di Dio all’interno della storia dell’umanità.

martedì 24 marzo 2015

E la fede ci insegna ad amarci in eterno

24 marzo

Non c’è gioia più profonda e più grande nella vita spirituale che avere modo di rendere partecipi le altre persone nell’avventura della propria fede.
La gioia raggiunge il massimo della sua danza quando la condivisione del proprio e personalissimo sentire religioso avviene all’interno di un’importante storia di amore; quando, cioè, si riconosce che ciò che lega due persone è molto di più che una cascata di pensieri, di sentimenti e di emozioni quotidiane, dimensioni condivise tutte nell’amore per l’altra persona, dimensioni scandite a loro volta dal tempo e dai suoi imprevisti.

lunedì 23 marzo 2015

Loro ci precedono sulla via della luce

23 marzo

La comunità di fede, cui si è scelto di appartenere con l’assenso della propria vita personale e spirituale, cammina per i sentieri del tempo e della storia umana, attraversando necessariamente il succedersi delle stagioni e degli anni della vita di ogni singolo suo fedele. 
Il tempo passa non solo dentro i giorni di un calendario, magari appeso in bilico al muro delle nostre case, ma in modo più vissuto e più intenso il tempo passa all’interno della nostra stessa interiorità esistenziale.

Dio tace, perchè attende i nostri volti

22 marzo 

Pur nella velocità dei cambiamenti sociali c’è una certezza all’interno della vita di una comunità cristiana che non può venire, e non viene, mai meno: il valore dell’attenzione reciproca alle persone.
È un qualcosa di particolare, che non è frutto di chissà quale invenzione umana, ma l’elemento distintivo che Gesù ha richiesto espressamente ai suoi discepoli: la legge della fraternità.

sabato 21 marzo 2015

C’è un oltre alla nostra valle di lacrime!

21 marzo

Quanto valore contiene in sé una lacrima? E due, e tre e…? Non hanno numero le lacrime che ci è capitato di versare nella nostra vita, neppure è possibile misurare il loro preciso valore.
Sia per quantità, sia per valore, esse sono comunque entrate a fare parte di quella zona intima di noi che, come un tesoro sudato a fatica, custodiamo tutti con particolare cura, perché è la pelle interiore della nostra intimità.

venerdì 20 marzo 2015

Gesù, la pace e le nostre scelte

20 marzo

Senza ombra di dubbio, una vera ed autentica esperienza di Gesù ci è dato modo di verificarla, misurando il livello di pace esistente all’interno di una forte esperienza di fede. Vivere serenamente le cose di tutti i giorni, mantenendo dentro di sé la pace del Cristo, è il primo modo di testimoniare la forza e l’operosità del suo amore in noi.

Non trattandosi solo di gestire l’assenza di guerre sociali, o dei più frequenti conflitti interpersonali, la pace che Gesù pensa e dona ai suoi discepoli è più uno stato permanente di vita in una dimensione ultramateriale, vivificata dalla sua presenza interiore. Per questo, la pace vestita dai discepoli di Gesù coinvolge i più delicati aspetti della vita umana, fino a giocare tutta se stessa all’interno delle dimensioni ancora più profonde della persona.

giovedì 19 marzo 2015

E alla fine non sappiamo come

19 marzo

Quando si guarda a una comunità cristiana, più precisamente alla propria esperienza religiosa di Dio e dei fratelli e delle sorelle, ci sono diversi punti di vista, diversi modi per osservare il tutto, per scrutare l’orizzonte della fede.
Più di ogni altra cosa, ci si pone di fronte a questa realtà spirituale in modo attento e investigatore, per imparare a scoprire, a raccogliere e a custodire le mille cose preziose che si possono trovare al suo interno; soprattutto un ventaglio di significati, da prendere in seria considerazione nella propria storia personale, che offrono l’opportunità felice per formulare e per motivare nuove scelte di vita in sintonia con le proposte del Vangelo.

lunedì 16 marzo 2015

Noi non siamo il Telepass di Dio

16 marzo

Anche Dio può diventare una tentazione, quando ci aspettiamo da lui che sia per noi quello che egli non è, oppure vogliamo qualcosa da lui che vada oltre la concretezza della nostra storia personale.

Ad esempio, nella stagione in cui siamo visitati da una malattia, irrimediabilmente causata dall'incuria che abbiamo avuto nei riguardi della nostra salute personale, da Dio ci aspettiamo un miracolo contro natura. Così in una storia d'amore, quando la nostra delusione per colpa dell’altra persona diventa un muro difficile da superare, vorremmo Dio ci facesse la magia di farci tornare indietro nel tempo, ai giorni in cui non c'erano problemi, quando eravamo soltanto felici; un ritorno indietro giusto per rimediare agli errori fatti e uscire da questa strada di smarrimento. In altri giorni, da Dio vorremmo anche un suggerimento da pronto soccorso, nei momenti in cui ci sentiamo bloccati di fronte agli imprevisti della vita e non sappiamo più cosa fare. Del resto, a Dio che cosa costerebbe essere così gentile da darci una diritta, visto che possiede la scienza infusa su tutto? E via di seguito, l'elenco degli esempi potrebbe continuare all'infinito.

domenica 15 marzo 2015

Nei nostri occhi il segreto di una luce

15 marzo

Come avviene durante l’esecuzione di una partitura musicale, quando ciascun virtuoso è intento a leggere il succedersi ordinato delle note e a produrne con il suo strumento la fedeltà del suono, così anche nella vita di una comunità di fede le relazioni tra i suoi membri non capitano a caso.
Qualcuno potrebbe dire che tutto avviene per pura magia, al contrario, in una comunità di fede le persone interagiscono tra loro come fratelli e sorelle solo quando hanno modo di inverare in se stesse e negli altri un disegno molto più grande delle loro singole capacità creative; un disegno che, costruito con il concorso di tutti, ha a che fare con la stessa amorevole volontà di Dio.

sabato 14 marzo 2015

Con la fiducia in Dio vinciamo la paura dell’infinito

14 marzo

Può sembrare un controsenso, ma è proprio così, con noi Dio usa la misura dell'infinito. Siamo limitati su ogni fronte, eppure egli ci sogna all'infinito, ci pensa all'infinito, ci ama all'infinito, ci salva all'infinito...
Tutto egli si fa per noi all'infinito, con una misura per noi inimmaginabile, oltre le nostre potenzialità e capacità di comprensione e di relazione sia personale sia comunitaria.

venerdì 13 marzo 2015

Se lo conosci, lo eviti, ma poi nel perdono lo ami


13 marzo

All’interno della vita di una comunità di fede non sempre le persone sono immuni dal virus del male. Benché sia difficile a credersi, possibile anche tra fratelli e sorelle di fede, nel concreto intreccio delle tante storie personali il male si rende presente come una forza distruttiva, purtroppo, di se stessi e degli altri.
A livello personale, il male inizia a manifestarsi per quello che esso è quando, gradualmente, comincia ad affiorare dal profondo dell’interiorità di un fratello, di una sorella di fede e, dalla sua cova interiore, giorno dopo giorno esso prende forma e visibilità nella vita di costui, con una conseguente ricaduta nella vita degli altri.
A livello comunitario poi, anche se appartenenti a una medesima esperienza di fede, nessuno è immune dal batterio del male altrui, quando esso sinuosamente si accosta alle singole persone fino a condividerne tacitamente parte del loro cammino, per poi tentare l’assalto, prenderne possesso e fagocitare la loro bellezza interiore.
In entrambe le situazioni, personale e comunitaria, la forza del male non è misurabile solo nella sua capacità di colpire e distruggere nei credenti, una dopo l’altra, le loro meravigliose bellezze interiori, quanto nell’astuzia di accerchiare, e gradualmente corrodere, la santità delle anime prese di mira.

giovedì 12 marzo 2015

A calendario trascorso la memoria è piena di gioia

12 marzo

Per una scelta tutta sua, e qualcuno potrebbe avere qualcosa da ridire in merito, Dio sceglie ogni volta di lasciarsi incontrare dalle persone lungo la via della loro umanità.
A chi lo ha cercato in passato, o lo cerca tutt’oggi o lo farà in futuro al di fuori della sua pelle, magari scrutando all’orizzonte della propria capacità di credere gli effetti stupefacenti, strabilianti e abbaglianti della divinità, la delusione di Dio sarà la prima tappa del suo cammino di fede.
Un Dio totalmente accecante non ha nulla a che vedere con l’esperienza che Gesù in prima persona ha fatto per primo di lui e che a noi, suoi discepoli, ripropone con convinzione da Risorto.

martedì 10 marzo 2015

Nella perdita è possibile un guadagno

10 marzo

Anche all’interno della vita di una comunità di fede é possibile vivere, con più o meno intensità, con maggiore o minore gravità, l’esperienza del perdersi. Quando per un considerevole arco di tempo si è vissuto la non presenza a se stessi, lasciando che le cose attorno, le relazioni personali, arrivino ad influenzare gradualmente la totalità del proprio percorso di vita, prendendo la mano su quasi tutto, è scontato risvegliarsi improvvisamente da questa situazione di subordinazione e scoprire che la realtà esterna ha preso davvero il sopravvento sulla propria interiorità. In un battere di ciglio, ci si rende conto che la propria è diventata, ed è ora sul serio, una vera esperienza di smarrimento per distrazione.

lunedì 9 marzo 2015

Se non nell'infinito, quando?

09 marzo

Dio è estremamente generoso con noi e con la nostra vita.
Non lasciandosi condizionare dalle nostre convenzionali categorie temporali - presente, passato e futuro -, è una sua scelta di totale gratuità quella che lui fa ogni volta con ciascuno di noi: entrare in relazione con il nostro percorso di vita.
A noi, però, la decisione di permetterglielo oppure no.

sabato 7 marzo 2015

È questione di “vicinanza di sicurezza”

07 marzo

Fin da piccoli, quando all’asilo o nei primi anni delle scuole elementari la maestra ci chiedeva di formare velocemente una fila indiana, l’indicazione era quella di non stare appiccicati gli uni agli altri, al compagno che si trovava davanti, ma di fare in modo che, stendendo il braccio e toccando con la punta delle dita della mano la spalla dell’amico, tutti retrocedessero, creando così uno spazio vuoto di distanza da chi si trovava davanti e dietro. Risultato: una fila quasi perfetta, lunga, formata “a distanza di braccia”.

venerdì 6 marzo 2015

E se la gioia diventasse di tutti?

06 marzo

Con il Cristo a bordo sulla nave della comunità e della fraternità, da noi vissuta nel suo nome in spirito e verità, è più rasserenante avanzare dall’ombra del mare in tempesta alla luce della dolcezza delle acque.
La stessa esperienza di riudire insieme l’eco della sua voce, che da un lato placa le onde burrascose del mare e dall’altro i tumulti impetuosi all’interno dell’animo umano, infonde in ciascuno la speranza di una meta da raggiungere a breve, il coraggio di una rotta da seguire con piena fiducia, affinché nessuno più tentenni e barcolli sul ponte della nave e, qualora le certezze della fede siamo messe a dura prova, uno dopo l’altro i suoi discepoli smettano di dubitare della sua presenza nel frangente di questo momento tempestoso.

giovedì 5 marzo 2015

Lui farà fiorire i deserti delle nostre anime

05 marzo

Non solo chi vive lontano dalla via della fede, ma anche chi in essa ha posto i suoi piedi da lungo tempo, fino a far diventare la stessa fede il cammino della sua vita, in modo improvviso possono arrivare periodi di aridità interiore. Non è questione di fede o di non fede; senza preavviso i momenti negativi nella vita invadono la storia di tutte le persone e, alcuni di più altri di meno, tutti cercano risposte utili per oltrepassare la zona buia in cui si sono venuti a trovare.

mercoledì 4 marzo 2015

Dubitare è segno di una fede innamorata


04 marzo

Chi non vive alcuni dubbi lungo il suo cammino di fede, deve iniziare a dubitare se la sua sia davvero una fede in Dio!
Chi non dubita? Chi non si trova a vivere brevi istanti di confusione di fronte al suo modo di credere e al modo di credere di chi lo circonda? All’interno poi della vita della propria comunità d’appartenenza, chi non resta talvolta spiazzato di fronte al modo in cui si è scelto di vivere il Vangelo?

domenica 1 marzo 2015

Credere in Dio da soli e insieme


01 marzo

Ci si scopre appartenenti alla vita di una comunità di fede non subito ma un po’ più avanti nel cammino della propria ricerca di Dio. Inizialmente, è naturale e si preferisce fare i primi passi da soli, giusto per misurare se stessi in relazione al proprio timido incedere in un mondo, quello del sacro, del tutto sconosciuto, un mondo sperimentato fino ad allora in minima parte, giusto attraverso un’esperienza introduttiva, frutto del riflesso della fede di altre persone: genitori, parenti, catechisti, amici...

sabato 28 febbraio 2015

Da oltre l’ostacolo ti do una mano


28 febbraio

Il gioco, se così si può dire, sta tutto qui: aiutarsi reciprocamente a superare uno dopo l’altro gli ostacoli della vita. Ora per l’uno, ora per l’altra, anche a livello di coppia c’è sempre una difficoltà da affrontare, un problema da gestire, una soluzione da trovare.
All’interno di una storia d’amore, è vero, molto spesso si fatica a livello personale, quasi sempre, però, a livello di coppia, come se si trattasse di costruire una comunione fatta non soltanto di mille cose colorate dalla positività dell’amore, ma anche vivere una comunione di ostacoli da superare secondo la legge dell’insieme, mai da soli.

venerdì 27 febbraio 2015

Sì, ci si ama per vocazione

27 febbraio

Quando sentono parlare di “vocazione” moltissime persone associano a questa parola un’esperienza di vita che solo pochi, in verità, hanno modo di vivere, quella della chiamata di Dio il quale, secondo una logica tutta sua, sceglie un uomo o una donna per affidare loro una particolare missione da compiere.
Al contrario dei primi, pochissimi ritengono invece che, nessuna esclusa, tutte le persone abbiano registrata nella loro interiorità una voce, una vocazione appunto, che le chiama a compiere nel tempo scelte importanti, le grandi scelte della loro vita, secondo un disegno preesistente.

giovedì 26 febbraio 2015

Parole per volare negli spazi dell’amore

26 febbraio

Le parole che s’incontrano in una storia di coppia non sempre sono parole negative, o parole che possono arrivare anche a ferire a morte le persone coinvolte nella bellezza di una relazione d’amore.
Lungo il sentiero dell’affettività molto più spesso s’incrociano invece parole cariche di positività e di calore umano; parole così forti da infondere in ciascuno il coraggio dei sogni a due, fino a diventare parole speciali ed uniche, le sole capaci di far fare nella vita le scelte più belle.

mercoledì 25 febbraio 2015

La preghiera alimenta le radici dell’amore

25 febbraio

Pensare che una storia d’amore sia importante giusto perché si è trovata una persona con cui scambiarsi gli affanni della vita, fin da subito, rischia di appesantire pericolosamente il cuore della coppia. Non si sopravvive come coppia neppure quando si è scelto di vivere una relazione a due all’insegna della superficialità, come se in amore avesse più possibilità di durare nel tempo solo chi non pensa e non progetta poi troppo l’oggi e il domani.

martedì 24 febbraio 2015

Quando lo Spirito consola il nostro amore

24 febbraio 

Affannati, travagliati, a volte persino feriti dalle difficoltà presenti nella loro storia d’amore, spesso molte coppie cominciano il nuovo giorno riaprendo con dolore le finestre della loro afflizione. Eppure nessuno, in modo particolare chi è coinvolto in una semplice e buona avventura del cuore, nessuno vuole sperimentare il peso dell’angoscia interiore. Sono sempre i problemi, le difficoltà serrate, non i sogni, ad affaticare l’incedere dei passi nel cammino della propria vita.